Poche cose nella mia vita sono curate, aggiornate e mai trascurate come il mio account Goodreads. Il 2024 è stato il decimo anno consecutivo in cui ho impostato un obiettivo di lettura all’inizio di gennaio per poi catalogare ogni singolo libro terminato nel corso dell’anno, con una precisione a dir poco militare che riservo a poco o nulla: nell’istante in cui inizio un libro contestualmente lo aggiungo ai currently reading, e non appena lo termino apro l’app per dire che, sì, I’ve finished the book! E pam che parte un rush di dopamina fuori misura che solamente la scritta “x books ahead of schedule” riesce a darmi, assieme alla sigla di Mad Men e le lezioni di functional training a cui mi ostino ad andare (ma in quel caso si tratta di un’emissione di dopamina praticamente coatta).

Perché questa sanissima e lucida follia - chiamiamola con il suo nome - di leggere 50 libri all’anno, numero attorno a cui ho sempre gravitato al netto di alcuni alti e bassi? La motivazione risale al 2014, anno appunto della prima sfida di lettura che ho registrato su Goodreads: frequentavo l’ultimo anno della triennale alla SSLMIT, l’università per interpreti e traduttori di Forlì, e io e Olga siamo andate all’incontro organizzato dalla facoltà con un lettore editoriale.
Disclaimer: Olga è stata la mia prima amica all’università, la mia prima coinquilina, compagna di avventure, di viaggi e soprattutto di letture: eravamo capaci di passare ore sulle poltrone in cucina, sdraiate sul letto, al parco nei primi giorni di primavera, una accanto all’altra in silenzio a leggere. Ma forse di Olga e le nostre tradizioni di lettura ne parliamo un’altra volta.
Insomma, siamo andate a questo incontro come due studentesse ventiduenni di belle speranze che sognano di lavorare nell’editoria ci vanno, sperando di incamerare ogni briciolo di informazione che possa svoltar loro il futuro. Inutile dire che oggi, a dieci anni di distanza, nulla mi ha svoltato il futuro, ancora devo capire cosa voglio fare da grande, e non ricordo assolutamente nulla di quell’incontro, non ricordo nemmeno la faccia o il nome della persona che parlava, ma ricordo esattamente una domanda dal pubblico: “Qual è una buona media di libri all’anno per un lettore forte?”. Risposta: 50 libri - un libro a settimana, con Natale e Pasqua di ferie. E così ho preso il precetto di questa persona assolutamente sconosciuta di cui di lì a dieci anni avrei rimosso qualsiasi ulteriore informazione, e ne ho fatto praticamente la mia personalità.
Attraverso le sfide di lettura archiviate su Goodreads, ripercorro gli alti e bassi dei miei ultimi dieci anni: il periodo dell’università, quando 50 libri sembravano un niente, in cui guardandomi indietro ricordo di essermi sentita spesso sopraffatta dallo studio, gli esami, le lezioni ma mortaccimia se potessi tornare ad avere anche solo la metà del tempo libero che avevo allora per leggere; il minimo storico di 21 libri, quell’anno in cui ho iniziato il lavoro che dopo tre anni mi avrebbe portata a smettere di mangiare e di dormire; l’anno in cui ho ricominciato a mangiare, dormire e leggere, e di libri ne ho letti 45. E poi quest’anno, in cui ho praticamente doppiato i 56 libri dello scorso anno con 95 libri letti al 20 dicembre.
Ebbene, quest’anno è successo l’impensabile, a essere onesta non so nemmeno io come ho fatto né cosa è successo ma tant’è: mancano dieci giorni alla fine dell’anno e la mia sfida di Goodreads (che non sbaglia mai) dice che ho letto 95 libri nel 2024. Ho praticamente doppiato il numero che dal 2014 fa da bussola ai miei buoni propositi in fatto di letture. E come mi sento al riguardo?

Sono ovviamente contenta di questo risultato e un po’ esterrefatta, considerato poi che, come le persone nella mia vita possono testimoniare, mi sembra di passare la mia vita attaccata al telefono in un doomscrolling infinito, lobotomizzata dalla mia dipendenza dai social. Ma allo stesso tempo, ripensando ai 95 libri che si sono susseguiti negli ultimi dodici mesi tra il mio comodino, il Kindle e l’app di Storytel, mi rendo conto di aver passato un anno a rincorrere la prossima lettura, senza mai lasciare veramente tempo a quella appena conclusa di posarsi e sedimentare. Come se non fosse uno degli assiomi più documentati e comprovati nella storia dell’umanità, mi sono resa conto che, anche in fatto di letture, quantità difficilmente fa rima con qualità (e il premio GAC va a…).
Il buon proposito per il 2025? Leggere meno, leggere meglio. Torno agli antichi fasti: un libro a settimana, e ne parliamo qui. Ogni settimana, in un giorno assolutamente casuale perché già sarà ardua avere la costanza di scrivere 50 volte quindi figuriamoci se mi prefiggo in anticipo il giorno della settimana preciso che poi la prima volta che lo canno mi dispero dicendomi ecco sono la solita fallita che non riesce mai a finire quello che inizia, ti racconto la mia settimana e il libro che l’ha accompagnata. Hai voglia di scoprire la randomness delle mie letture (da me in passato definita “un pendolo che oscilla tra le rom-com di Emily Henry a quella matta in culo di Monica Ojeda”)?
Se questa newsletter esiste è grazie a
che, con i suoi stimoli e la sua creatività, è riuscita a sbrinare la mia voglia di scrivere e di raccontare di tutti i libri che leggo, cosa che non sapevo nemmeno di voler fare finché nella mia mente non si è materializzata questa newsletter fatta e finita. Ho seguito un bellissimo corso su come raccontare i libri online tenuto da lei e organizzato dalla Scuola del Libro. Qui sotto trovi la sua newsletter.
Grazie Emily! Che gioia poter festeggiare un'idea che diventa un progetto, bravissima tu!
Mi sono ritrovato perfettamente nel tuo post. Appena finisco un libro, devo assolutamente aggiornare il mio account su Goodreads. Condivido anche l’idea di leggere qualche libro in meno nel 2025, ma voglio alzare la qualità delle mie letture, concentrandomi sui classici, con cui ho sempre avuto un rapporto complicato. Complimenti per il bel post.